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68 il secolo che muore


che i nostri famosi maestri dipinsero la madre di Cristo sempre accompagnata dagli angioli; vari gli atti, e un po’ anche i volti, ma non più di quanto conviene essere a’ fratelli; i capelli di tutti pari a quelli della madre, di un bel biondo di oro; per lo che stando essi raggruppati insieme gli inondasse dall’alto un torrente di luce, che scendeva dalla lumiera appesa al soffitto, e paressero circonfusi dal nimbo radiato a modo di angioli. Di statura diversi, pari alle canne dell’organo disposte a spirare armonia di paradiso, dove la mano esperta sappia ricavarne il suono; e la mano esperta è quella appunto della madre.

O madri, non vi lasciate sedurre dalle piaggerie; meglio varrà per voi allevare sani i vostri figliuoli in casa, che medicare gli altrui fuori di casa; meglio educare i suoi, che confondersi con quelli degli altri; stiamo al sodo; che tu madre possa amare gli altri più dei tuoi non ci credo, e non è; se fosse, come storto amore si avrebbe a’ riprendere: in tutto ciò che non si uniforma alla natura gatta ci cova: la carità incomincia da se e dai suoi, lo ha detto Cristo, tenerissimo della umanità; se ve ne avanza, prodigatela altrui; per la donna, che non è madre, la faccenda procede altrimenti; ella può, invece che all’uomo, consacrarsi al bene del genere umano.

La celebrità della madre di famiglia è un sole, chi smonta il vermiglio della verecondia; spetta-