l’adulterio stampi il suo lunario in capo all’anno e in ogni giorno metta un santo nuovo. Baci maritali diacci come falde di neve, o se tepidi, perchè le labbra conservano un po’ di ardore col quale le accese la bocca dell’amante: e nodi sono eglino questi? Sì certo nodi di cui Tisifone staccandosi un paio di vipere dal capo somministrò il legame. Già già le nozze forniscono alle spose materia per sperimentare la virtù dei veleni sopra i mariti. Né questi meglio di quelle; adulteri anche ossi, e gelosi: mettono le mani nel sangue meno per ispasimo di affetto tradito, che per rabbia di superbia offesa: la figliuolanza, quantunque per cause diverse, spaventa l’un genitore e l’altro; la madre vana, che vede nei figli molesti testimoni della etàche avanza, il padre, che ha da apprestare la dote alle figlie e sostenere le spese della educazione della famiglia. Oh! quanto volentieri i padri costumerebbero coi figli, siccome i fanciulli fanno con le bolle di sapone; i quali le spingono per l’aria soffiando nella cannella, e dopo che hanno vagato alquanto in balia del vento le vedono scoppiare ridendo. Però, nei demolitori sorse il tetro proposito di distruggere la famiglia, sfiduciati di poterla emendare; così taluni selvaggi delle isole dell’Oceano quando pensano che il padre infermo non possa più riaversi, lo gettano a ritemperarsi sul fuoco. — Senza Dio, senza patria, senza famiglia, qual mai consorzio può darsi fra gli