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prolegomeni | 45 |
giudice prevaricatore non teme più la scotennatura, a cui un giorno lo dannò Cambrise, imperciocchè a quale stravizio d’iniquità non può egli apporre la maschera della buona coscienza e della dignitosa rettitudine? Le leggi adesso, come gli stivali di Teramenìie, si adattano a tutti i piedi1.
Pare dono, ed è giogo, il codice posto in mezzo alla via per ritardare il cammino della umanità; tutti i termini, se forti, impediscono e si odiano: se deboli si scavalcano e si disprezzano. Massime poi se come i nostri non si accordino fra loro nel concetto, e meno ancora nel significato delle parole che adoperano; quello di procedura poi un museo di tagliole. E’ si sbracciano ad emendarli; il meglio sarebbe metterli in un bucato d’inchiostro; o darli a rivedere a Vulcano.
Orribile a dirsi! Magistrati preposti alla tutela pubblica seminano i delitti, li coltivano, e poi ne cavano vantaggio di privato interesse: il Governo
- ↑ Di Teramene parla a lungo Senofonte nel libro II delle Storie: fu capitano di mare, e negoziò Ja dura pace tra Sparta e Atene, onde vennero addosso a questa mal capitata città i trenta tiranni: morì per sentenza iniquissiuia di Crizia.
Il proverbio greco, che gli stivali di Teramene andavano bene a tutti i piedi, riferisce Plutarco negl’Insegnamenti civili; e volle per certo significare com’egli in coteste rivolture della patria costumasse destreggiarsi dando un colpo al cerchio e un altro alla botte, e non gli valse, chè perse a un punto la vita e la reputazione, secondochè agli armeggioni ordinariamente succede. Gli armeggioni poi non mancano mai; trimmers si chiamarono in Inghilterra; ventre in Francia; ed ora centri in Italia.