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capitolo ix. 335


traino stesso sul quale partiva Ludovico; con lui, senza che ei se ne accorgesse, scese a Venezia, con lui continuò il viaggio e giunse a Vienna; colà fece in modo di aver la stanza contigua a quella di Ludovico, divisa solo da sottile parete dove era una porta di cui ella volle la chiave; e siccome favellava stupendamente il tedesco e pagava alla grande, così non è a dire se le facessero festa, e ai suoi voleri più che volentieri soddisfacessero. Raccomandò al cameriere di affermare vuota la camera abitata da lei, e la raccomandazione accompagnò con un marengo: il cameriere, uso a dire tante bugiarderie gratis, lascio considerare a voi se ci s’inducesse pagato! La servì a pennello, molto più che piace a tutti gratificarsi la bellezza, ed Eponina era bellissima; chiusa nella sua cameretta, ella gustò dolcezze ineffabili, quali solo può immaginare il cuore di donna innamorata... ed il suo, signora Verdiana; però che Eponina udisse sovente rammentare il proprio nome, tra lacrime e sospiri del giovane amato, e se non giunse ad avere contezza piena del caso che glielo svelse dal fianco, almeno si confermò nella fiducia della sua innocenza; per la medesima via, conosciute le angustie di lui, le sovvenne mettendosi d’accordo col padrone della locanda, l’onesto Bruksteiner, il quale trovatidoci il suo conto la servì a braccia quadre ed ebbe per giunta un sorriso in pagamento, che,