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capitolo ix. 329


bito e tu lo vedevi affannarglisi attorno amoroso per consolarlo o medicarlo: nè per repulse si ristava, nèe per ingiurie e nè anco per battiture; a patto però che non fossero troppe, nè troppo sode. Poichè in tutte le guerre si portano due sacca, cioè quella del dare e l’altra del riscotere, egli ne riscoteva e spesso: allora con la faccia grondante sangue ei non voleva che alcuno lo curasse, se prima non avesse lavato e fasciato lo avversario e gli avesse chiesto ed ottenuto il perdono, sicchè nei presenti talora, più che altro, mosse il riso, e, strano a dirsi, a lui fruttarono più amici i pugni dei baci. Se taluno dei conoscenti cadeva gravemente infermo, egli, finche durava il pericolo, lo vegliava la notte; e se moriva, egli li a lavarlo, a vestirlo, a deporlo nella cassa, ad accompagnarlo alla fossa. Nel donare piuttosto eccessivo che largo: sovente anche nella crudissima stagione tornò alla madre in giubba nera, scarpe, calze e cappello, ma senza calzoni, però che nello androne di casa se li fosse levati per vestirne un tapino che moriva di freddo: quanto a danari le sue mani simili a vagli; per la quale cosa la madre, iatantochè lo riforniva di quattrini, lo rimproverava dicendo: «Ma, Curio mio a questo modo tu darai fondo ad una nave di sughero.»

Rispetto a scienze, s’egli avesse potuto imparare passeggiando, come certamente fece Alessandro