apprendano a conoscerlo per di dentro e per di fuori.
Curio nelle forme del corpo comparisce affatto diverso
dai suoi fratelli; e come questo possa succedere
laddove ogni sospetto di contrabbando sociale
viene meno, domandatelo a cui lo può sapere, e non a
me, che non ne so nulla. Egli era pertanto di statura
mezzana, tarchiato e forte a meraviglia; neri gli
occhi ed i capelli; la crescente lanugine sopra le
guancie pur nera; acceso in volto, che ad ogni lieve
commozione gli divampava; le labbra tremule come
gli occhi, sempre in procinto di mandare baleni;
svelto, veloce al corso, agile ai salti, cacciatore
perpetuo, tiratore unico: sciabole e spade più frequenti
in sua mano, che penna o libri: anco di
musica egli sapeva, ma impaziente ad osservare la
misura, lo scartavano sempre dalla orchestra: sonava
il flauto o la tromba proprio per le Muse e
per sè, imperciocchè non ci fosse verso che alcuno
si fermasse per ascoltarlo. Per confessione di quanti
lo conoscevano, egli superava i suoi fratelli in bontà
e in ingegno: tuttavia non passava giorno che qualcheduno
non conciasse pel dì delle feste, e ciò perchè
essendo pronto di parole, e più di mano, mutava
subito le controversie in contesa: siccome poi
la esperienza gli aveva insegnato come le sassate
di colta sieno quelle che contano, così di rado si
trovava secondo a menare le mani; però, appena
vinto od anche offeso l’avversario, sboglientiva su-