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322 il secolo che muore


Graspero, provvisto di tanti bei marenghi d’oro, andava alla volta del locandiere garbato, ne stette molto a tornarsene tutto raggiante verso il suo padrone, nel cavo della mano manca stringeva tuttavia i marenghi di Ludovico, e con la destra agitava un borsellino di moneta; era fuori di sè dall’allegrezza (perchè se il vino letifica il cuore dell’uomo, a mille doppi lo esalta il danaro, col quale si compra e vino e pane e carne e ogni altra cosa) e con voce che aveva preso l’argentino del metallo ragguagliava il padrone, come il sig. Bruksteiner, proprietario della locanda l’Aquila Imperiale, avesse in quella stessa mattina ricevuta la somma di franchi duemila da consegnarsi al signor Giulio Bonatti; ond’è, che prelevatine duecento in saldo del conto, gliene contava milleottocento, dei quali, pregava gli facesse un bocconcino di riscontro, per sua regola.

-— Ma io non li aspettava....

— In coscienza, signor Ludovico, che sia benedetto, le pare questa una buona ragione per rifiutarli.

— Non ho detto questo: temo ci sia equivoco e non vorrei....

— In quanto a questo, dorma fra due guanciali; il signor Bruksteiner ha scritto sopra i suoi registri, e l’ho visto io con questi occhi veggenti: Ricevuto da M. Hans Kreutzer franchi duemila in oro da passarsi al signor Giulio Bonatti, n. 8. Tante cose ci tocca a pigliare, che non aspettiamo e che non