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312 il secolo che muore


quando è di quello buono, ciò che parla meno sono le parole: con gli occhi, col sorriso, col tremito con gli effluvi della persona se lo dicevano e promettevano sempre. O chi avrebbe voluto contrastarlo? Ed anco volendo, o chi lo avrebbe potuto? La signora contessa, madre di Ludovico, lo amava troppo per pensare ne manco per sogno a far cosa che gli tornasse molesta, cotesti non sono tiri da mamme amorose, massime sè di figli unici; certo ella aveva preso lingua e le sarebbe stato caro di concimare con più letame plebeo, che non avrebbe potuto Eponina, la sua casa sfruttata, ma poi fiat voluntas tua. E quanto a babbo Marcello, non ci si pensava neppure; di tante cortesie lo colmava, tanto volentieri con lui si tratteneva, che si giudicava sicuro dovesse parergli toccare il cielo col dito accasando la sua cara figliuola con Ludovico. O non ci è un arnese che ci prenunzia il tempo cattivo? Sicuramente che ci è, e parecchi lo serbano in casa sotto forma di cappuccino, il quale quando la stagione mette al vento o al piovoso, si incappuccia, e se al buono, scapucciasi. Ora domando io perchè non potrebbe essere corredata del suo barometro anche l’anima? che difficoltà! Per me non ce ne vedo alcuna. Ma chi lo ha visto? Come è egli fatto? Chi lo fabbrica? Oh! se non si vede si sente. Quanto al fabbricante mi prevarrò dell’arguzia subalpina del ministro Galvagno: Rispondo che non