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308 il secolo che muore


e per tutto allo amore di quello; la differenza chi sapeva cercarla la trovava. Era l’amore di Eponina amore di conquista e trionfale; amore, che nato appena, squassato l’arco gridò: «Valgo, e voglio regnare solo»: amore, che di ogni fiore fece ghirlanda ed anco, pur troppo, di ogni pruno siepe; amore, di quelli che alternano il nudrimento con desiderii terreni e con aspirazioni divine: simili alla rondine, la quale rasenta la terra per terminare la sua curva in mezzo dei cieli, essi pigliano per volare le ali in presto così dalle passioni come dallo ingegno e dai talenti; che la rondine anco quando rade la terra vola, e lo amore posandosi sulla materia alla impaziente a levarsi più in alto: però Eponina se avesse voluto spegnere il suo amore avrebbe potuto; certo le sarebbe stato mestieri pigliarsi il cuore e adoperarlo a modo di pietra per ischiacciargli il capo, ma lo avrebbe potuto: Ludovico all’opposto, quando pure avesse voluto, non avrebbe potuto per propria virtù; ma, in forza d’impulsi esterni, avrebbe potuto, anco senza volerlo. Natura da paternostro la quale non si ripromette resistere alle tentazioni, ma si raccomanda quotidianamente a Dio per non essere indotto in tentazione.

La madre Isabella invece di temperare gli ardori della figliola, gettava legna sul fuoco, e poi ci soffiava dentro: se l’avessi a dire proprio come la penso, io per me credo, che mutatis mutandis (per