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capitolo viii. 279


rivoluzione accenna sfasciarsi, mettiamoci, metteteci se pure n’è tempo, riparo per non rimanere sepolti sotto i frantumi... colpite, e al fiero esempio le vostre figliuole pensino, e tremino... Chiedo pertanto, che lo accusato don Liborio venga dimesso a carcere sofferto, e quanto all’accusata Felicina chiedo le sia applicata la disposizione dell’articolo 531 del Codice penale. —

Al finire di questo discorso, dove non sai se primeggi lo assurdo o la ferocia, comecchè entrambi v’insaniscano tiranni, fu udito un bisbiglio come di labbra susurranti avemarie e paternostri; di fatti non poche beghine avevano cavato fuori di tasca il rosario e devotamente lo recitavano.

Invitato a dire, sorse il giovane Fabrizio: il sudore gl’imperlava la fronte.

Non avea membro che gli stesse fermo: con la destra si tirò dietro le tempia i capelli, e vibrato uno sguardo sopra il procuratore del re, che parve lo strale di Apollo contro il serpente Pitone, come se un demone lo agitasse proruppe:

— Sono quelle che ho udito parole di uomo civile in tempi civili? Vi contenterete voi padri di conservare caste le vostre figliuole per terrore della gogna, della mannaia e del capestro? Porrete voi custode alla verecondia delle vostre figliuole il carnefice? Per ritrovarla inalterata inchioderete la castità delle vostre figliuole sulla croce come lo schiavo