riveduto e corretto ad uso della civiltà cattolica.)
Su questo proposito rispondo: e che so io? che
sono tenuto io di entrare nel cervello del colpevole,
e cercarvi, e trovarvi un nesso logico nei suoi divagamenti?
Signori, io pensai sempre, e penso che
il delitto assai più che dalla pravità del cuore, nasca
da un calcolo sbagliato dello spirito. Con la morte
del figliuolo forse l’accusata immaginò fare scomparire
non solo la traccia, ma perfino la memoria
del successo; le mancò il senno, e comparve il suo
concetto infelicissimo così nello scopo, come nella
esecuzione, e ciò perchè, come predica il proverbio
antico a cui vuole male Dio toglie il senno. — E
aggiunto un diluvio di ragioni di simile risma conchiudeva:
— il tempo perverso domanda esempi
virili; non vi trattenga la mostra di demenza, ond’ella vi sembra dominata, perchè usa per costume
inveterato a fìngere, chi ci assicura, ch’ella non
finga? E nè anco vi commuova il rimorso, che per
avventura a voi potesse parere che ella sentisse,
imperciocchè il rimorso in ogni caso sarebbe il foriero
delle pene che Dio le destinò nella vita futura,
ma a Dio l’altra vita; la presente a noi: a lui lo
spirito, a noi il corpo; nè il cielo volle mai usurpare
le pene della terra, nè la terra quelle del cielo.
La società offesa, chiede vendetta, e più della società
la famiglia: considerate tutto intorno a noi
minaccia rovina: ogni cosa agli urti incessanti della