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276 il secolo che muore


senz’altro la figlia al padre, svelandogli il suo peccato: non gli bastò l’animo: temeva non gli sarebbero mancati (tuttochè ingiusti) rimproveri di negligente custodia: sapeva che lo infelice genitore sarebbe morto d’ambascia, nè parve esagerato il presagio, poichè pur troppo lo verificò lo evento. Ora mettiamoci la mano al petto: chi di noi conoscendo uccidere lo amico, partecipandogli una notizia, non repugnerebbe dal farlo? Che partito in simile frangente sovveniva a don Liborio? Egli si mostrò certo generoso e pietoso; incauto forse, ma io vo’ mettere anche incauto senza forse; e che perciò?... Io svolgo e risvolgo il volume della legge, ma non ci trovo qualificata come delitto la carità incauta; e neppure nella mia coscienza, dalla quale argomentando mi arrisico ad affermare, prestantissimi giudici, che ne anco voi la troverete nella vostra. La donna non palesò mai per preghiera, nè per minaccia il nome del suo complice, ed io, o signori, ho dovuto pensare, come avrete senza dubbio pensato anco voi nella vostra perspicacia, se lo poteva ella? Non si trova ella forse nella condizione di colei, che correndo scalza nel pruneto non sa dire qual pruno l’abbia punta? Costei scrisse, ci narra un testimone credibile, moltissime lettere senza mai ottenere risposta; e ciò a parere mio dimostra ad evidenza, che da lei s’indirizzavano ad uomini diversi, imperciocchè noi tutti ci sentiremmo