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254 il secolo che muore


Provvidenza... Ahi, preti! preti! preti!... La cronaca dei tribunali, così nostrani come stranieri, va trucemente famosa per le gesto vostre, o laidi, o scellerati!

Se voi sacerdoti vi contentaste ad esercitarvi soltanto nei sette peccati mortali, guà! per uno accomodo ci starei, ma quello che più mi dà uggia, è l’ottavo, nel quale eglino presero tutti la laurea nella università della Ipocrisia, e consiste nell’arte di ricoprire gli altri sette. Più che ci penso, in coscienza, meno ci capisco: un dì i municipi, e credo taluni anco adesso, stanziavano non so quanti scudi in premio all’uccisore di un lupo, e non elargivano nè manco un soldo a cui ammazzava un prete: all’opposto la legge (e’ vi hanno legislalori, che per immaginazione danno tre punti giunta a messer Ludovico Ariosto), considera il prete mi uomo, e chiama omicida chiunque si avvisasse levarlo dal mondo. E si che fu provato e riprovato il prete essere uguale alla somma di tre lupi; diventino uomini e vivano.

E non basta; personaggi soliti a dare la orma ai topi e le mosse ai tuoni si tirano su le maniche in Parlamento, e si sbracciano, affinchè venga concessa ai preti liberali la facoltà d’insegnamento. Come va questa faccenda? Vietasi agli speziali, sotto severissimo pene lo spaccio di sostanze velenose, e poi lasciate ai preti libera la facoltà d’in-