quindi la rosa di pretendere ogni accusato senza
delitto, mentre non giova ai rei, nuoce ai giusti.
Per me vorrei che come pei crimini di lesa maestà
si costuma nella Inghilterra, lo imputato dovesse
dichiarare se intenda sostenere la innocenza assoluta
ovvero la sua scusabilità; nel primo caso, dove
non si giustificasse intero, gli applicassero la pena
a venti soldi per lira in odio della temerarietà; nel
secondo, gli si usasse misericordia, dacchè i giudici
dovrieno rammentarsi sempre che anche essi un
giorno tremeranno dubbiosi se verrà loro usata
misericordia, ed avendola essi adoperata con altrui,
più agevolmente la otterranno per se. Inoltre ignobilissimo
parmi il mestiere dello avvocato, però
che ai giorni nostri si pigli a nolo ad un tanto
l’ora, come le vetture di piazza; e quando ti fai
pagare la coscienza a tariffa, oh! buffone, mi vuoi
far ridere quando favelli di convincimento. Presso
i Romani la difesa, non pagata per divieto della
legge, induceva la gente a non discredere simile
convincimento; e i Greci una volta ordinarono che
gli accusati da per loro si difendessero; onde essi
ricorrevano, è vero, alla opera degli oratori, ma
unicamente perchè le proprie arringhe dettassero,
mentre poi eglino o le leggevano, o, mandatele a
memoria, le recitavano nel tribunale. Di qui le bellissime
orazioni di Lisia, succinte e semplici, varie
secondo l’indole dello incolpato e le qualità del de-