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246 | il secolo che muore |
muri essoro tirati su fuori di piombo; orribile comparire
di aspetto come quella che va composta con
un guazzabuglio di ordini architettonici. Onesti ingegneri,
voi pigliate un granchio, le nostre società,
quasi tutte monarchiche, furono inalzate su fondamenti
di ossa e murate con calcina spenta nel sangue
dei popoli, che fa cemento mirabile per simile
maniera di fabbriche, a detta del Guicciardino, che
se ne intendeva: quanto ai muri a sghembo, ci si
provvede con puntelli di baionette: chi poteva tagliare
la umanità tutta da una pezza non lo volle
fare, però bisogna pigliarla com’è e tirare di lungo,
senza andare a cercare il quinto piede al montone.
E gli avvocati dove me li lasci? Come si pongono di tratto in tratto colonne per indicare la diritta via sopra i cammini pubblici, così gli avvocati piovvero nel mondo per farcela smarrire. Costoro reputano offesa personale la divisione operata dal creatore fra le tenebre e la luce, e si affaticano ad abolirla. Il Dante impone silenzio a Ovidio ed a Lucano per le trasformazioni da essi raccontate, ma gli avvocati fanno dimenticare quelle di Dante; qual
serpentello |
può non che vincere, uguagliare la maligna virtù delle calunnie vendute e delle ire date a nolo? Con
- ↑ Dante, Tnferno, c. XXV.