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232 il secolo che muore


tile dei suoi sorrisi; il conte da parte sua, col volto corazzato, gli rispose con un saluto di protezione.

— Comandi? — riprese il Nassoli.

E il conte:

— Vengo ad esigere un pagherò di diecimila lire, che scade oggi.

— Si compiaccia presentarmelo per vedere s’è in regola.

— In regolissima: eccolo....

Il Nassoli si tira su gli occhiali a mezza fronte, e, secondo il suo costume, accosta così il foglio alle palpebre, da parere ch’ei volesse co’ peli cancellarne le cifre; poi imperturbato lo rende con queste parole:

— È in regola.

— Ebbene lo paga?

— Che dubbio? Sarà pagato.

— Dunque lo paghi.

— Dunque non pago.

— Perchè non lo paga?

— O bella, perchè non è ancora scaduto.

— Come! non iscaduto? Oggi non abbiamo l’otto di marzo?

— Certo.

— O dunque?

— Signor conte, io non ho tempo da perdere; il biglietto ha da pagarsi un otto marzo, ma non quello di questo anno.