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capitolo vii. | 227 |
— No, mon cher, a questo modo non cammina.
— perchè non cammina? — interrogò Omobono, deponendo la penna.
— Perclhè ha da dire pagheremo, e voi dovete sottoscrivere in nome della ragionoe bancaria O. Buoncompagni e C.
— E vi pare egli che io deva..... che io possa obbligare la rispettabile casa del mio signor nonno in questa razza di negozi?
— Dovete, perchè lo voglio potete, perchè fino dal primo gennaio del presente anno il vostro signor nonno vi ha dato la firma della sua ragione, come resulta dalla circolare del medesimo giorno, depositata nella Cancelleria del Tribunale di Commercio il due del medesimo mese, e comparsa tre volte nella Gazzetta Officiale.
— Permettete che io vi faccia umilmente di berretta: voi vi siete corazzato fino ai denti. Che cosa volete? Io vi ammiro.....
— Eh! mon cher, procuro esercitare la mia professione con coscienza e puntualità.
— Voi meritate una corona d’alloro; dunque pagheremo all’ordine del signor....?
— Conte Adamo Kamieski.
— Come! O non vi chiamate Kranoski?
— E chi vi ha detto Kranoski? Io mi chiamo Kamieski.