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capitolo vii. | 219 |
così potresti rimanere ucciso; pure parrebbe più
facile che la peggio avesse a toccare a te; caso tu
campassi la pelle, lo scandalo da un lato, la melensaggine
stupenda della quale desti prova dall’altro,
ti farebbero perdere in un attimo la riputazione
acquistata; dunque senno adesso, che di quel del
poi ne vanno piene le fosse, e sopra tutto bada a
non lasciarti chiudere la coda fra l’uscio e il muro».
Tutti questi successi e tutte queste considerazioni furono compiti, già s’intende, in meno che non si dice amen. Tuttavia il conte marito aveva già messo mano alla sua terribile catilinaria, accompagnandola di temerari pugni nel capo e con frequenti comment se fait it? Come se fossero cose nuove, nel suo discorso ricorreva frequente il mon Dieu! che di simili feccende se n’è sempre lavato le mani, all’usanza di Pilato. Insomma egli gridava che ce misérable da gran tempo insidiava l’honneur di casa sua, tentando con arti diaboliques sedurre la faiblesse de sa femme, ed esserci, a quanto pareva, riuscito pur troppo! Oh rage!
— Creda, monsieur le comte, — rispondeva Omobono tutto contrito — ch’ella proprio s’inganna; creda in onore che io ebbi l’onore di conoscere la sua rispettabile dama unicamente da ieri l’altro sera, avendomi fatto l’onore d’invitarmi.....
— Tais-toi, misérable! Point de justifìcations avec moi..... sacre non.....