Pagina:Guerrazzi - Il secolo che muore I.djvu/225


capitolo vi. 203


di cui aveva calunniato Tizio e messo in mala voce Sempronio. Fatto un po’ di riscontro di cassa, giudicarono prudente evitare gli scandali; quindi gli proposero mandarlo vice-direttore in un penitenziario; anche qui il Faina andò sui mazzi, o finse; taluno gli bisbigliò negli orecchi; ricordasse colui, che per troppo volere, ebbe un carpiccielo di bastonate; il Faina si consolò con lo esempio di Scipione, e nel ridursi in un angolo remoto d’Italia a rodere quella crosta di pane esclamò a sua posta: ingrata patria, non avrai le mie ossa!

GH altri proprietari collaboratori del Gingillino, per quanto si affannassero, tanto non poterono fare che il contágio del Faina anco sopra di loro non si appiccasse. Giornale non letto è ranocchia crepata; il Gingillino uscito dalla mota ritornò nella mota; ma senza pro della morale piubblica, chè di simili giornali non ci ha penuria mai; fecondati dalla malignità umana, come l’ortica nascono, giungono e muoiono per riprodursi più fitti.