Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
184 | il secolo che muore |
gillino, di mia certa scienza, e libera volontà, dichiaro
avere ingiuriato villanamente, ed a torto,
il signor Omobono, del vivente Marcello Onesti, e
sua famiglia con disegni e scritti nel mentovato giornale
più volte; lo prego a volermi perdonare come
cristiano e come cittadino, e lo supplico inoltre, nonostante
la mia provocazione, di mandare a monte
il mio cartello di sfida, considerandolo come non
avvenuto ad ogni effetto di ragione. Milano questo
di, ecc» — Dopo che voi, signori, lo avrete fatto segnare da lui.....
— Basta, basta, che ce n’è d’avanzo. Comprendo, signor colonnello, che a voi è piaciuto divertirvi alle nostre spalle.
— Mi maraviglio di voi, signor cavaliere; io non ho la pessima usanza di pigliarmi gioco di chicchessia, massime in occasioni tanto solenni. E poichè vi abbiate pegno che io parlo da senno, vi accorto addirittura, che non sarò mai per accettare dichiarazione, la quale anche di una sola virgola differisse da questa.
— Com’è così andiamo innanzi: rimane inteso, che al mio primo appartiene la scelta delle armi.
— Adagio, che ho fretta, cavaliere — soggiunse il colonnello — la scelta delle armi al contrario spetta al mio.
— Oh! quanto a questo poi non cedo.... — esclamò vivacemente il Luridi, lieto nella speranza gli si