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164 | il secolo che muore |
ai funerali quanto ai festini; e la gente dabbene si
è lasciata fare. Il pensiero ci fa sudare come il
piumino sul letto nel mese di luglio; così vero
questo che paghiamo i giornalisti onde ogni giorno
ci mandino a casa un pensiero bello e fatto, strambo,
o no, poco monta, purchè ci ciottoli nel cranio, e
ci suoni come il soldo nel bussolo al cieco, tanto,
che paia non averlo vuoto. Slegate dunque i fasci
delle bacchette, e tirato giù a scamatare di santa
ragione deputati, senatori, ministri e sopratutto i
giornalisti, finchè dalle loro giubbe esca fino l’ultimo
scrupolo di polvere, per esaminare un po’ di
che qualità ella sia. Anco a rischio di apparire sazievole,
io lo vo’ ridire; tu non puoi essere ribaldo
in casa e probo in curia. Senza libera accusa virtù
pubblica non prova: accusa non provata puniscasi
come calunnia; va bene, ma nei liberi reggimenti
sia concesso, anzi sia lodato guardare in faccia
un uomo e dire ai cittadini: badate costui è barattiere!
Popolo e patria e’ sono sonaglioli che si attaccano ai muli per richiamare l’attenzione di cui passa; non date retta alla moltiplicità dei partiti, che si dimenano nei Parlamenti: i partiti si ristringono a due; quello che si è aggrappato alla pentola come Aiace Oileo allo scoglio, e l’altro che spasima di supplantarlo, però chi s’impanca guidaiolo non bada a qualità, cerca il numero; onde ti av-