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162 | il secolo che muore |
pianta od è insanabile affatto nella sua corruzione,
o si trova lontanissimo dalla norma del vivere
onesto. E se vinto lo schifo tu ti accosterai a considerare
i menanti di quelle gazzette, troverai come
la più parte di loro sia gente di scarriera, senza
arte nè parte; arcatori da disgradarne i Parti di
frecciatrice memoria; leccano e sgraffiano: fabbricanti
di chiodi più che tutti i chiodaioli di Pistoia.
Adesso vi dirò le generazioni le quali forniscono principalmente le reclute della vituperosa milizia: i medici fuggiti più della moria si convertono in giornalisti buffoni; i cerusichi, che non seppero cavare sangue senza stroppiare un uomo, giornalisti; i curiali, terrore dei clienti e cilizio dei giudici, giornalisti; il padre diviso dalla figlia per sospetto di libidine snaturata, giornalista; il marito cui tolsero la moglie por salvarla da traffico infame, giornalista; spio austriache che impararono dall’aquila, che servivano a divorare da due becchi; repubblicani, che sostennero la dignità del carcere fino col rubare l’olio del pubblico; garibaldini strenui espugnatori della cassa militare, tutti giornalisti buffoni, incliti sostenitori a capriole della monarchia costituzionale. — Uffici di giornali, magazzini di anime a nolo, come di vestiti da maschera. Quante fette vuoi di coscienza? Te le taglieranno sottili da disgradarne ogni fedele salsamentario fiorentino. Per-