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156 il secolo che muore


io di quanti ordini: uso a tenere banco nei ridotti di parecchi famosi Bagni di Europa, o solo o in compagnia di altri baroni quanto lui, o più di lui, non gli era occorsa mai disdetta pari a quella di cotesta sera: vuolsi però aggiungere, che ne manco erasi trovato mai sottoposto a vigilanza come cotesta sera. Forse la fortuna sentendosi libera di fare a modo suo intese vendicare in una volta ben mille offese: breve, il banchiere rimase sbancato: per conforto lo stropicciarono co’ pettini da lino, per viatico gli diedero un bicchier di acqua fresca, e con inestimabile contentezza di tutta la brigata lo accompagnarono a casa più morto che vivo.

— Ma chi ha vinto? Chi è il vincitore? Su via si manifesti per potercene rallegrare con esso. — Così strepitavano da più lati, e tale levarono schiamazzo, che Omobono fu alfine costretto a porgere loro attenzione: udito il caso, placidamente favellò:

— La carta è mia.

E rinvenuto vero, i compagni gli si misero dintorno, astiandolo di sotto al panciotto, e di sopra accarezzandolo a rotta di collo: ma egli a ciò non badando, attese a raccogliere molto diligentemente la moneta, la quale noverata trovò sommare a parecchie migliaia di lire. Allora, senza rimoverla dalla tavola, vòlto ai circostanti con lieto viso li interrogò