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138 | il secolo che muore |
chi sa quale o quanta concorrenza di fama avrieno
mosso col tempo ai discorsi dell’immortale conte
di Cavour.
In casa della marchesa Teresa fu che Eponina vide per la seconda volta il giovane amato da lei, e le parve, come succede, due cotanti più bello. — Vi rammentate di Omero quando narra di Priamo, che affacciato alle mura di Troia guarda le schiere argive, e si strugge nel desiderio di saperne il numero e il nome, finchè giunta Elena lo ragguaglia per filo e per segno dei capitani, della patria, dei costumi e di quant’altro aveva vaghezza conoscere il vecchio Priamo intorno all’osto nemica? Voi ve ne rammentate di certo perchè Omero avete letto, e le cose lette nell’Iliade non si dimenticano. Ora, quello che Priamo faceva a Troia tutto le fanciulle fanno nelle veglie, quando occorrono loro dinanzi giovani appariscenti e sconosciuti. Eponina ne chiese astutamente alla compagna che le sedeva allato, e poichè anco a questa era ignoto, con arte maggiore la indusse a moverne ricerca fra le persone circostanti, e allora seppe chiamarsi Ludovico Anafesti, ed avere titolo di conte; di padre orfano, figlio unico di madre rispettabile e rispettata; di sè non avere dato argomento che altri parlasse in bene nè in male, giovane troppo; apparteneva ai giovani di bella vita, inteso tutto a corse, a balli e a feste: di sostanze non pareva stesse bene in gambe, chè