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capitolo iv. 135

di strali di subito ferite sotto la sinistra mamma; fatto sta che al primo contemplare la creatura destinata a piacerti, tu ti senti rimescolare il sangue dal capo alle piante, e porti la mano al cuore, come se ti sentissi trafitto, come fece per lo appunto Eponina.

Chi il giovane si fosso a lei non riuscì sapore, non si attentando domandarne, timorosa che anche la inchiesta obliqua non isvelasse alla gente la sua interna passione; oltre a ciò pativa la mala febbre che nasce dallo sgomento di avere ad amare sola. Tuttavia bisogna mettere in sodo che se la fanciulla innamorata può essere un libro chiuso per tutti, ella non può celare i pensieri suoi più riposti alla madre amorosa, la quale li vede affacciarsi e scorrere via di sulla fronte alla figliuola, come nuvole traverso il disco della luna, quando soffia il vento; ond’olla di frequente le diceva;

— Eponina, Eponina, tu hai un amante, e me lo nascondi.

— Non è vero, — rispondeva l’altra risoluta — io non ho veruno che mi ami e te lo posso giurare.

Però non poteva andare un pezzo che i due giovani si sarebbero incontrati una seconda volta, senza che se ne pigliasse pensiero la Provvidenza o il caso, dacchè, sebbene Isabella fosse parca frequentatrice di teatri e di veglie, pure conducesse talvolta le figlie a ricrearsi fuori di casa; di vero,