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obbedivano all’estro dell’Amore religioso. Amore svelse i figli dalle braccia materne e i mariti da quelle delle mogli, e gli frombolò sopra i campi di battaglia, dove reso sacro il sangue versato, e, convertito le belve in martiri, santificò la strage: acerbo mostrava allora il sopracciglio, e ipure piacque, dacchè ad alta voce esclamasse: io sono Amore di Patria e di Libertà. Amore si condusse, non badando pericoli o travagli, sopra lo plaghe estreme del mondo per esplorare i segreti del firmamento, o in mezzo ai ghiacci eterni rinvenire un passaggio al polo, ovvero scese giù nelle viscere della terra per leggerne la storia nei vari strati della materia che la compongono, come nelle pagine di un libro, e volto ai mortali con sembiante austero egli disse: abbiatemi caro, eche io sono l’Amore della Scienza. Né Amore solo si trasforma, ma si moltiplica, e posta la radice nella famiglia, quivi, portentoso vilucchio, si rintreccia con lo amore dei consorti, dei figli e dei fratelìi: amori non affatto uguali negli atti e nelle sembianze, e non di manco somiglievoli come chi nasce da una medesima schiatta.

E poichè natura volle che la metà del genere umano fosse di femmine, nel Pater noster delle quali amore tiene luogo del paneo quotidiano, due cose per me e per te, o lettore, hanno a resultare chiare, che senza Amore tu non potrai comporre nè città, nè provincia, nè famiglia, nè romanzi e nè