Tutti quelli che possiedono facoltà sufficienti avrieno
da lasciare alla patria o poco o assai, perchè si formasse
in lei un patrimonio bastevole di compartire
al popolo la educazione, o piuttosto l’educazioni fisica
prima, morale subito dopo, poi intellettuale
all’ultimo industriale; e non dico così perchè l’una
incominci dove l’altra finisce, che sarebbe errore,
bonsì perchè le educazioni fisica e morale devono
primeggiare sopra le altre: operando diversamente
o non si approda a nulla, o si fa peggio. Se la fortuna
non mi si fosse mostrata sempre con la faccia
del leone, a cui mi fu mestieri strappare i denti,
avrei avuto cuore per imitare i più illustri benefattori
della umanità, ma trovandomi povero per la
tr-oppa famiglia con la quale mi giocondò la natura,
non mi è concesso fare quanto vorrei: onde io chiedendo
perdono alla patria della offerta meschina,
spero che ella vorrà gradire il buon volere e tenermi
conto dello esempio atto a condurre altri più
fortunati di me ad imitarlo con maggiore efficacia.
Lego pertanto al mimicipio della mia città scudi
duemila, affinchè procuri che in capo ad ogni anno
gettino cento scudi d’interesse, e se centoventi non
guasterà nulla: di questi costituiscasi un premio,
e conferiscasi al giovane di cui la età non superi
gli anni sedici, il quale prima della metà del marzo
abbia mandato al municipio la migliore poesia, in
conforto o in laude di qualche virtù guerresca. Gli