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88 | il secolo che muore |
nendosi abbracciati da un lato e dall’altro, a mezza vita, figlia e genero: i fanciulli seguivano urlando, ed egli pure schiamazzava ingegnandosi sopperire con la chiassosa ostentazione al difetto di gioia verace.
— Guardatevi bene, signor Orazio, diceva Omobono, dopo avergli stretta la mano, di venire meco a contesa, perchè, voi lo vedete, la vostra bandiera al mio solo apparire andrebbe deserta, e voi cadreste prigioniero. Come state signor Orazio? Già, bene; oh! noialtri vecchi siamo schiappe di legno ferro, noialtri...,
— Benvenuto signor Omobono, e vi ringrazio della visita che vi siete compiaciuto farci.
— Veramente, senza superbia, non ci voleva altro che voi per tirarmi qua: domani a casa è giornata di affari: stasera aspetto dispacci privati per regolarmi in Borsa; da un punto all’altro sono per arrivarmi i miei commessi dal Giappone, dalla China e dalla Tartaria, perchè quest’anno, vedete, ho fatto esplorare anche la Tartaria, per procurarmi seme extra; ho intenzione di mettere su bigattiere, strade ferrate, credito fondiario, società di miniere.... un mondo di cose senza contare la mia Banca, gli sconti di piazza, le anticipazioni su mercanzia.... basta, ho colto a volo la occasione di venire a Torino per concertarmi col ministro sopra certi negozi del Banco Sete, e dei Canali Cavour, e così ci ho