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86 | il secolo che muore |
mi perdonerò mai io, per avere creduto che la causa della libertà potesse confidarsi nelle mani dei re — spesso andava dicendo Orazio, ed aggiungeva: — non vi confondete, il popolo nelle monarchie lo proverete più schiavo che non è tiranno il principe.»
E lo rodeva altresì la sollecitudine di non sapere quale avviamento dare ai figli del suo nipote: le femmine gli parevano uccelli, a cui educhiamo le ali perchè lascino il nido; e giova appunto che sia così: pei maschi, il nostro consorzio civile possedeva un giorno parecchi indirizzi lodevoli, oggi li sperimentiamo tutti cattivi, anzi pessimi. Le varie professioni delle quali si onora la vecchia civiltà, mirale adesso, e dimmi poi se non ti paiano tante serpi sul capo di Medusa. Il sacerdozio campa di errore, la milizia o di ozio o di sangue; la mercatura arrena dove due interessi armati stanno l’uno contro l’altro, né possono uscirne altrimenti che o ficcando la botta o buscandola. I banchieri impiccatori destinati ad essere a suo tempo e luogo appesi dagl’impiccati. Gli avvocati redivivi Mitridati, che si pascolano e ingrassano co’ veleni dell’ira e della calunnia venduti: i buoni rari, e questi perseguiti a morte, perchè minaccia ad un punto ed accusa alla turba dei tristi. La scienza anch’essa servile, e intesa più a nocere che a prosperare la umanità, laddove non la esercitino persone fa-