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de’ Bardi; e l’errore provenne dall’avere scritto egli stesso: «Che storia curiosa sarà la mia; nato in Savignano da un padre Verniotto ec.»! Ma è chiaro ch’egli chiamava, qual era, Verniotto suo padre, umile fabbro; e scherzando poi diceva di se medesimo: «Ti spiacerà la brutale maniera del mio invito; ma da un Verniotto non si può esigere gentilezza»1; come dire, che dal padre trasse quel suo fare ruvido, o meglio natura schiva di quanto avesse del cortigiano. Richiesto dal concittadino e amico suo Antonio Marini dell’umile sua origine, prese il Bartolini una carta, e sotto la data del 28 agosto 1843 scrisse di propria mano questo ricordo: «Son nato a Savignano; mio padre era di Vernio, ed era colà perchè faceva il fabbro da campagna nella fattoria del Contorgani; il fattore era bastardo, e sua figlia fu mia madre». E il buon Marini, fattosi dire la casa appunto ov’e’ nacque, volle porvi una memoria, che è questa:

qui è nato

lorenzo bartolini statuario

cccviii anni2

dopo fra bartolommeo dipintore.

antonio marini p. q. m.

nel mdccclv.

§ 2. A parlare di Lorenzo Bartolini, e delle sue opere, non è questo il luogo: ma a intendere il Sigillo che egli adoperò negli ultimi anni della sua vita, mi è necessario ricordare come, già posposto a Stefano Ricci nel 1825,

  1. Bonaini Francesco, Dell’Arte secondo la mente di Lorenzo Bartolini ec.; Firenze, Le Monnier, 1852; pag. 5.
  2. Il Vasari e dopo lui tutti i biografi di Fra Bartolommeo ne ponevano la nascita al 1469: trovò poi il mio amico e collega Gaetano Milanesi, che veramente Bartolommeo di Paolo del Fattorino nacque nel 1475. Bene dunque sarebbe sostituirvi tre secoli.