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agosto del 1633 recitò un’orazione delle lodi del Sig. Flamminio della Verde nell’esequie celebrategli in Prato dagli Accademici Allorini1, i quali in versi latini e italiani ricantarono le stesse lodi. E fra gli altri, Cosimo Cicognini riepilogò in questo sonetto le guerresche imprese dell’estinto.
Correr vedesti d’aspro sangue il Tago |
§ 4. In qual anno appunto venisse castellano alla fortezza di Prato Flaminio della Verde non trovo; ma che fosse stato ascritto alla cittadinanza pratese anche prima del 1615, lo prova l’essere in quell’anno riseduto gonfaloniere per i mesi di novembre e dicembre2. E già fino dal 1605, con la moglie Ginevra de’ Pugliesi, si era eletta la sepoltura nel chiostro di San Francesco; come ancora si può vedere dalla iscrizione posta nella parete che guarda a ponente. Ne’ protocolli di ser Bartolommeo Vermigli, no-
- ↑ Delle lodi del sig. Flamminio della Verde capitano in Prato e sergente maggiore delle Bande del Serenissimo di Toscana. Orazione recitata da Vincenzio Olivi accademico Allarmo detto il Risentito il dì 26 d’agosto 1633 nell’esequie celebrate da i ss. ac cademici Allorini. All’illustriss. sig. Carlo Bardi conte di Vernio, e protettore dell’istessa Accademia. (Arme de’ Bardi.) In Pisa, per Francesco Tanagli, MDCXXXIII. Con licenzia de’ ss. superiori. In 4, di pag. 32.
- ↑ Diurni del Comune, ad annum.