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Prato dalle orde Spagnole, il patrimonio del Ceppo vecchio fosse riunito al nuovo Ceppo fondato da Francesco di Marco Datini nel 1410.

§ 2. Il Sigillo che ora si pubblica non appartenne al Ceppo vecchio, ma alla Compagnia della Crocetta o della Santa Croce; i cui Capitoli, compilati il 17 d’aprile 1295, vennero stampati, per mia cura, anni sono1. Veramente i Capitoli non parlano punto del Ceppo; sul quale pose ben presto le mani il Comune, che troviamo sin dal 1297 ingerirsi della elezione de’ Ministri, prima scegliendogli dal numero de’ fratelli, poi a suo beneplacito; finchè la Repubblica Fiorentina, e più tardi Cosimo Medici, non se ne fecero assoluti dispensatori. I Capitoli provvedono alla vita spirituale; e ci mostrano come i fratelli, per meglio attendervi, usassero di fabbricarsi presso la Compagnia una cella, che morendo o partendosi non potevano nè vendere nè dare a veruna persona, ma dovevano rilasciarla a tutta la Confraternita. E questa forma di vita quasi comune, forse ci spiega come nel 1410, a’ 10 di maggio, si ristrignesse a soli diciotto il numero de’ fratelli; nè di sorelle si parla. Anche la forma del vestire aveva del religioso; e alla figura del Sigillo fanno riscontro le parole dei Capitoli: «Che neuno di questa Compagnia debbia portare vestimenti troppo vistosi di colore, nè di vistosi e nuovi e leggiadri tallii, nè con alcuno vano ornamento: e spetialmente non debbia alcuno della Compagnia portare panno rosso o giallo, nè verde nè bianco, nè vergato di troppa vista, nè bottoni se no di panno, nè calzato non debbia ire se no honestamente; e ciascuno debbia portare chuffia2 palesemente».

§ 3. Non ricorre mai nei Capitoli del 1295 la parola

  1. Capitoli della Compagnia della Santa Croce di Prato ec. Bologna, 1858; in 8.° di pag. 16. Estratti dal periodico bolognese L’Eccitamento.
  2. Il cuffione e il cuffiotto erano propri degli uomini, e la scuffia de’ soldati.