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Crocetta, che però si trova ne’ tempi più bassi chiamata Societas S. Crucis del Ceppo; et in alcune stanze contigue alla medesima avevano la loro continua abitazione; le quali accrebbero poi a quella casa grande, dove in oggi è la Certosa1, venduta dalla medesima Compagnia a questi Frati nell’anno 1652 a’ 18 d’aprile. La suddetta Compagnia aveva per suo instituto il sovvenire a i bisogni dei poverelli; et ad effetto di raccogliere limosine, che venivano fatte dalle pie persone, teneva, invece della moderna cassetta, un Ceppo, nelle buche e vuoto del quale venivano poste, come è detto, le limosine dai medesimi fratelli e sorelle, e da altre buone persone, somministrate. Da questo Ceppo, credo io, venne poi l’arme usata dal Ceppo vecchio; che altro non è se non un Ceppo color d’albero con i suoi tronconi bucati, sopravi una croce rossa in campo bianco. Una tale pia opera andò avanti per un pezzo a forza di carità manuali, e solo cominciò a pigliar piede e ad avere qualche sussistenza nell’anno 1282, mercè la pietà del cavalier messer Monte figliuolo del cavaliere messer Turingo della famiglia de’ Pugliesi da Prato, il quale in detto anno donò alla detta Compagnia, alla quale egli pure era aggregato, un mulino con una chiusura, posto in Ponzano, oggi detto Mezzana, dal quale ne ritraeva staia 14 di roba il mese, cioè la metà grano, e l’altra metà biada». Seguita poi a dire, come sull’esempio del Pugliesi molti lasciti fossero fatti al Ceppo, e come gli venissero aggregate dal Comune le sostanze dello Spedale de’ lebbrosi, detto di San Lazzero e Santa Maria Maddalena, ch’era al Ponte Petrino (Domus infectorum de Ponte Petreno), volgarmente de’ Malsani2; e come finalmente, dopo il sacco dato nel 1512 alla terra di

  1. Intendi, Ospizio de’ Certosini.
  2. Repetti, Dizionario geografico storico fisico della Toscana, all’art. Petrino (Ponte).