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Quando il proposto Carlo de’ Medici nel 1645 visitava la chiesa di Santa Maria di Castello, il cui patronato era venuto nel Capitolo della propositura, vi stavano tre altari: quello di Sant’Ansano, a mezza chiesa; e dirimpetto, altare cum imagine Salvatoris et cum imagine Sanctae Barbaræ. Sopra l’altar maggiore, adest (dicono gli Atti della visita)1 tabula celeberrimi pictoris Fratris Bartholomei ordinis Prædicatorum. Dopo quello che ha scritto di questa tavola il mio carissimo Padre Vincenzio Marchese nelle sue Memorie degli Artefici Domenicani2, io non avrei che aggiungere; e il ripetere sarebbe opera vana: ma sarà sempre lamentabile, che Prato perdesse tutti i dipinti che possedeva di mano di Fra Bartolommeo della Porta, che per esser nativo (o, come altri pensa, oriundo) di Savignano, è riguardato dai Pratesi a buon diritto come loro concittadino. E con un insigne monumento dell’arti belle mancò nella soppressione di questa chiesa anche la memoria di un Cittadino benefico. Resti almeno in queste pagine l’epigrafe che si leggeva sul suo sepolcro.
hic iacet andreas desii francisci filivs
qvi obiit v. kal. febrvarii anno mdccxii
aetatis svæ lxxvii. congregationis pavpervm
primvs institvtor in hac ecclesia erectæ
Il nome di Andrea Desii ricorda ai Pratesi l’istituzione del Conservatorio per le fanciulle pericolanti3. Questo rimane, e fiorisce sotto la direzione delle Suore di Carità: ma la Congregazione de’ poveri finì quando la chiesa venne pro-
- ↑ Da una copia esistente nell’Archivio Capitolare di Prato. Debbo questa con altre notizie all’eruditissimo signor Canonico Martino Benelli, bibliotecario della Roncioniana.
- ↑ Libro terzo, capitolo settimo; a pag. 157-160 del volume II, terza edizione; Genova, tipografia della Gioventù, 1869.
- ↑ Calendario Pratese, an. IV, pag. 112 e seguenti.