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Chi faceva tanto d’arrivare a Firenze quando il viaggiare era meno agevole (parlo d’un trenta o quarantanni addietro), una mezza giornata a Prato la passava; che le solite Guide vi notavano qualcosa da vedere per chi amasse le arti del bello e dell’utile. I viaggiatori poi, che a Firenze avvicinavano il Vieusseux (ed erano molti e diversi), a Prato cercavano dell’Avvocato Benini; e alle commendatizie del signor Giampietro era fatto buon viso. Poi dalle conoscenze nascevano altre conoscenze; ai viaggiatori geniali o studiosi subentravano i politici; quando la Toscana divenne rifugio a’ cacciati d’ogni Governo italiano, e gli esuli celebravano quel mitissimo reggimento. Molti a quest’ora non son più; ma ne debbono restare non pochi, i quali, ove leggessero queste pagine, si risovverrebbero dell’ospite pratese. Egli tenne certamente ricordo di tutti; chè fin da giovane ebbe quel costume bello degli antichi, di far cronaca de’ menomi particolari, che diventano col tempo elementi di storia: e parecchi avranno registrato ne’ loro diarii il nome di lui con parole di riconoscenza, non tanto per aver fatto, come diciamo, gli onori della città al forestiere, e aperta la propria casa cordialmente, quanto per essere stato largo di notizie a coloro che viaggiando studiavano. Niccolò Tommaseo, che visitò Prato fra il 33 e il 34, e, osservatore acuto non men