Pagina:Guasti - Necrologia dell'avv. Giovacchino Benini di Prato.djvu/14


14

municipio, non fu meno degno, per l’animo e per gli studi, d’essere ricordato in questo periodico che s’occupa di storia nazionale e s’appella dal nome d’Italia. La quale, come non potrà mai disconoscere che la sua storia più bella sta scritta nelle memorie municipali, così dovrà dalle istituzioni che più ritengono della famiglia, dalla vita che più s’inspira alla natura, attendere nuova forza d’ingegni, temperanza d’animi, uso vero di libertà; quello, insomma, che non altrimenti che il puro aere e il sano nutrimento ne’ corpi, trasfonde nelle membra d’una nazione vigore e bellezza.


Lettera dell’avv. Giovacchino Benini a monsignor canonico Giovanni Pierallini, vicario generale capitolare e bibliotecario della Roncioniana di Prato.

Monsignore illustrissimo e reverendissimo

È da quel tempo in cui un crudele destino mi tolse anche l’ultima delle mie carissime Figlie, che mi occupa più frequentemente la mente un’altra delle mie affezioni, quella della mia libreria. Mi ha sempre repugnato e mi repugna l’idea della di lei dispersione ed annientamento, dopo che essa mi è costata tanto denaro, e dopo che è stata sempre la più continua mia occupazione, e da qualche tempo in qua il mio unico conforto. Pensava sempre per conseguenza, al modo di conservarla permanentemente, per quanto è dato almeno di provvedere alla conservazione degli oggetti che il tempo deteriora o consuma. Riconosceva peraltro nel tempo stesso, che i miei libri non costituiscono per sè soli una biblioteca completa, e degna di esser conservata e mantenuta per se medesima. Quel più dunque ch’io potessi sperare per essa, sarebbe di vedere almeno la miglior parte di loro aggiunti a qualche biblioteca di gia esistente. Ed il mio pensiero non poteva meglio portarsi che alla biblioteca Roncioniana, co’ proprietari della quale, i signori Seniori, mi lega da quasi tutta la vita per alcun affetto e gratitudine sinceri, per tutta reverenza e rispetto