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CORO

Ah, ben fu di colei grave l’errore,
cagion del nostro male,
che le leggi santissime d’Amore,
di fé mancando, offese;
poscia ch’indi s’accese
degli immortali dèi l’ira mortale,
che, per lagrime e sangue
di tante alme innocenti, ancor non langue.
Cosi la Fé, d’ogni virtú radice,
e d’ogn’alma ben nata unico fregio,
lá su si tiene in pregio!
Cosi di farci amanti, onde felice
si fa nostra natura,
l’eterno Amante ha cura!
Ciechi mortali, voi che tanta sete
di possedere avete,
l’urna amata guardando
d’un cadavero d’òr, quasi nud’ombra
che vada intorno al suo sepolcro errando;
qual amore o vaghezza
d’una morta bellezza il cor v’ingombra?
Le ricchezze e i tesori
son insensati amori. Il vero e vivo
amor de l’alma, è l’alma: ogn’altro oggetto,
perché d’amare è privo,
degno non è de l’amoroso affetto.
L’anima, perché sola è riamante,
sola è degna d’amor, degna d’amante.
Ben è soave cosa
quel bacio che si prende
da una vermiglia e delicata rosa
di bella guancia. E pur chi ’l vero intende,