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E non aspetti a dirgli che sia uscita, ma in un medesimo tempo esca e prorompi nelle parole. Al fin delle quali spunti dall’altra parte del cielo una nuvola oscura e tutta pregna di lampi e di tuoni, ond’esca finalmente un fulmine, che percuota Fetonte, il quale col suo carro sará giá pervenuto alla sommitá del cielo, donde egli fulminato avrá a cadere in mezzo al pian della scena, la quale aperta abbia di sotto un gran vaso d’acqua, acciocché ’ si senta e veggia ancora il moto dell’acqua percossa. E se potrá fingersi il fiume Po, fará la vista tanto piú bella. I cavalli saranno gialli e rossi ; Fetonte ignudo. Secondo intramezzo. Usciranno da cinque piante, disposte con intervalli convenienti intorno l’estremo margine della scena, cinque ninfe, vestite tutte di verde, in bel concerto e bene ornate, le quali si stringeranno in cerchio ferme, cantando un madrigale di pochi versi : Sorgi, o Fetonte, ornai, sorgi del Sole o fulminata prole: ecco ’l ciel che ti chiama. Se doloroso scempio per lui soffristi, or con eterna fama ti ricompensa, essempio di magnanimo ardire, cui diletto è ’l penar, gloria il morire. Il quale finito, sorgerá in mezzo a loro subito il medesimo Fetonte, che cadde fulminato, e nello stesso tempo scenderá dal cielo una nuvola, che lui, giá sorto, abbracciando, porterá al cielo. E, mentre salirá la nuvola, canteranno le ninfe concertate con la musica in- teriore. La qual fornita, torneran esse nelle loro cortecce, ond’eran uscite. Terzo intramezzo. Sorgerá nel mezzo della scena un monte, ch’avrá nella sommitá sua due gioghi, sopra l’uno dei quali sará il Pegaseo e una fonte appresso, che scaturisca da un sasso e l’acqua si vegga uscire. Intorno al monte siano disposte le muse con gli stromenti loro e faccian veduta di sonare, e la musica interiore sia quella che