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il sasso ; ma, secondo che il corpo va uscendo, cosi si vada aprendo, e prima esca un braccio e dall’altra parte il capo, acciocché si veggano vari nascimenti, che fará bellissima vista. Dissi «dall’altra parte», cioè nel nascimento dell’altra ninfa o satiro, perch’i modi di nascere sian diversi. In mezzo della scena sorga un grande scoglio ingegnosamente imitato, il qual, salito quanto basta, s’apra e quivi si veggano cinque donne d’etá matura, vestite tutte di bianco con fasce e infule tutte bianche (ma, se fossero fregiate d’oro, mi piacereb- bono), due da una banda e due d’altra; in mezzo abbiano la quinta, piú nobile di tutte l’altre. Questa nell’una mano abbia un tamburetto d’argento, e nell’altra, che sará la destra, una viva fiamma di fuoco. In capo una corona di gioie preziosissima. Le donne, che le sta- ranno a man destra e a man sinistra, abbiano in mano stranienti da sonare, tutti da corda. In capo concieri di bende bianche, in modo ben concertate, che le facciano comparire i capelli giú per le spalle ricchi di verghe d’oro. Ora nanti le quattro ninfe e i duo satiri sorgerá questo sasso e s’aprirá, e, accostatisi le ninfe e i satiri, faranno la musica. I satiri faranno il basso, le ninfe i soprani e i tenori e quei dello scoglio soneran gl’istromenti. Né di questo parlo piú inanzi, essendo cura del musico; dico solo che la musica vuol esser di corde. Il sasso di dentro, quando sará aperto, sia tutto ricco di vene d’oro e d’argento e di gemme pre- ziose. Finita la musica, si chiuda il sasso e torni di sotto. Le ninfe tornino negli arbori loro, i satiri nei loro sassi. E le due, che sono uscite dall’acque, si scombuccino col capo innanzi nel medesimo loco ond’uscirono. Secondo Intkamento. Musica del Mare. Vorrei, se fosse possibile, che il piano della scena si coprisse all’improvviso di tele dipinte e acconce in modo che paressero onde, il che credo si fará agevolmente col sottilissimo ingegno del nostro maestro Giovan Battista, con la scorta del quale mi darebbe l’animo di fare ogni gran cosa. Or fatte queste onde, vorrei che in mezzo della scena uscisse una gran conca marina tutta inargen- tata, nella quale fosse Venere con qualche Amorino. In questa conca pongansi tante ninfe marine quante parrá necessario al mu- sico per una parte del coro, e d’intorno a detta conca sorgano altresí