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e di sentir mi sembra?

Dica la mia dolcissima Amarilli,
però che tutta ’n lei
vive l’anima mia, gli affetti miei.
Pastori. Vieni, santo Imeneo,
seconda i nostri voti e i nostri canti;
scorgi i beati amanti,
l’uno e l’altro celeste semideo;
stringi il nodo fatai, santo Imeneo.
Corisca . (Ma che fate voi meco,
vaghezze insidiose e traditrici,
fregi del corpo vii, macchie de l’alma?
Itene! Assai m’avete
ingannata e schernita.
E, perché terra séte, itene a terra.
D’amor lascivo un tempo arme vi fei;
or vi fo d’onestá spoglie e trofei.)
Pastori. Vieni, santo Imeneo;
seconda i nostri voti e i nostri canti;
scorgi i beati amanti,
l’uno e l’altro celeste semideo;
stringi il nodo fatai, santo Imeneo.
Corisca. (Ma che badi, Corisca?
Comodo tempo è di trovar perdono.
Che fai? temi la pena?
Ardisci pur, ché pena
non puoi aver maggior de la tua colpa.)
Coppia beata e bella,
tanto del cielo e de la terra amica,
s’al vostro altèro fato oggi s’inchina
ogni terrena forza,


ben è ragion che vi s’inchini ancora
colei che contra il vostro fato e voi
ha posto in opra ogni terrena forza.
Giá noi nego, Amarilli: anch’io bramai
quel che bramasti tu; ma tu tei godi,