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ad ogn’uso ella può. Con tutto questo,

credo, Corisca, e tu fors’anco il credi,
che di piú d’uno strai ferita sia;
ma, come l’han trafitta arme diverse,
cosi diverse ancor le piaghe sono.
D’altra è fèro il dolor, d’altra è soave;
l’una saldando si fa sana, e l’altra
quanto si salda men, tanto piú sana.
E quel fero garzon di saettare,
mentr’era cacciator, fu cosi vago,
che non perde costume; ed or, ch’egli ama,
di ferir anco ha brama.
CORISCA. O Linco, ancor se’ pure
quell’amoroso Linco
che fosti sempre.
Linco. O Corisca mia cara,
d’animo Linco, e non di forze, sono;
e ’n questo vecchio tronco
è, piú che fosse mai, verde il desio.
CORISCA. Or eh’è morta Amarilli,
mi resta di veder quel eh’è seguito
del mio caro Mirtillo.

SCENA OTTAVA

Ergasto, Corisca.

Ergasto. Oh giorno pien di maraviglie! oh giorno

tutto amor, tutto grazie, e tutto gioia!
Oh terra avventurosa ! Oh ciel cortese !
CoRISCA. (Ma ecco Ergasto. Oh, come viene a tempo!)
Ergasto. Oggi ogni cosa si rallegri. Terra,
cielo, aria, foco e ’l mondo tutto rida.
Passi il nostro gioire
anco fin ne l’inferno,
né oggi e’ sia luogo di pene eterno.