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Linco. I’ ti dirò da capo

tutta la cura, e maraviglie udrai.
Stavan d’intorno a la ferita ninfa,
tutti con pronta mano
e con tremante core, uomini e donne;
ma ch’altri la toccasse
non volle mai che Silvio suo, dicendo:
— La man che mi feri, quella mi sani. —
Cosi soli restammo,
Silvio, la madre ed io,
duo col consiglio, un con la mano oprando.
Quell’ardito garzon, poi che levata
ebbe soavemente
dal nudo avorio ogni sanguigna spoglia,
tentò di trar da la profonda piaga
la confitta saetta; ma, cedendo,
non so come, a la mano
l’insidioso calamo, nascosto
tutto lasciò ne le látèbre il ferro.
Qui daddovero incominciár l’angosce.
Non fu possibil mai,
né con maestra mano
né con ferrigno rostro
né con altro argomento, indi spiantarlo.
Forse con altra assai piú larga piaga
la piaga aprendo, a le segrete vie
del ferro penetrar con altro ferro
si poteva o doveva;
ma troppo era pietosa e troppo amante
per si cruda pietá la man di Silvio
(con si fieri stromenti
certo non sana i suo feriti Amore)
quantunque a la fanciulla innamorata
sembrasse che ’l dolor si raddolcisse
tra le mani di Silvio.
Il qual, perciò nulla smarrito, disse: