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il sacrificio nostro.
Carino. Ah, se tu fussi padre!
Montano. Son padre, e padre ancor d’unico figlio,
e pur tenero padre. Nondimeno,
se questo fosse del mio Silvio il capo,
giá non sarei men pronto
a far di lui quel che del tuo far deggio,
ché sacro manto indegnamente veste
chi, per publico ben, del suo privato
comodo non si spoglia.
Carino. Lascia ch’i ’1 baci almen prima ch’e’ mora.
Montano. E questo molto meno.
Carino. O sangue mio, e tu ancor se’ si crudo,
che non rispondi al tuo dolente padre?
Mirtillo. Deh ! padre, ornai t’acqueta,...
Montano. Oh, noi meschini
Contaminato è ’l sacrificio, o dèi!
Mirtillo. ... ché spender non potrei piú degnamente
la vita che m’hai data.
Montano. Troppo ben m’avvisai
ch’a le paterne lagrime costui
romperebbe il silenzio.
Mirtillo. Misero! qual errore
ho io commesso ! oh come
la legge del tacer m’usci di mente?
Montano. Ma che si tarda? Su, ministri, al tempio
rimenatelo tosto,
e ne la sacra cella un’altra volta
da lui si prenda il volontario voto.
Qui poscia ritornandolo, portate
con esso voi per sacrificio novo
nov’acqua, novo vino e novo foco.
Su, speditevi tosto,
ché giá s’inchina il sole.