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Cosi la legge nostra a noi prescrive. —

Poi comandò che la donzella fosse
si ben guardata, che ’l dolore estremo
a disperato fin non la traesse.
In tale stato eran le cose, quando
di te mandommi a ricercar Montano.
Titiro. Insomma egli è pur vero:
senz’odorati fiori
le rive e i poggi e senza verdi onori
vedrai le selve a la stagion novella,
prima che senza amor vaga donzella.
Ma, se qui dimoriam, come sapremo
l’ora di gir al tempio?
Messo. Qui meglio assai che altrove,
ché questo a punto è ’l loco, ov’esser deve
il buon pastore in sacrificio offerto.
Titiro. E perché no nel tempio?
Messo. Perché si dá la pena o\e fu il fallo.
Titiro. E perché no ne l’antro,
se ne l’antro fu il fallo?
Messo. Perché a scoperto ciel sacrar si deve.
Titiro. E onde hai tu questi misteri intesi?
Messo. Dal ministro maggior. Cosi dic’egli
da l’antico Tirenio aver inteso
che ’l fido Aminta e l’infedel Lucrina
sacrificati fóro.
Ma tempo è di partire. Ecco che scende
la sacra pompa al piano.
Sará forse ben fatto
che per quest’altra via
ce n’andiam noi per la tua figlia al tempio.