Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/141

ai quali, oimè! si repentini e fieri

s’attonito e confuso
restasse ognun dopo si lieti augúri,
pensatel voi, cari pastori. Intanto
s’erano i sacerdoti
nel sacrario maggior soli rinchiusi ;
e mentre, essi di dentro e noi di fuori,
lagrimosi e divoti,
stavamo intenti a le preghiere sante,
ecco il malvagio Satiro, che chiede
con molta fretta e per instante caso
dal sacerdote udienza. E, perché questa
è, come voi sapete,
mia cura, fui quell’io, che l’introdussi.
Ed egli (ah, ben ha ceffo
da non portar altra novella!) disse:
— Padri, s’ai vostri voti
non rispondon le vittime e gli incensi,
se sopra i vostri altari
splende fiamma non pura,
non vi maravigliate. Impuro ancora
è quel che si commette
oggi contra la legge
ne l’antro d’Ericina.
Una perfida ninfa
con l’adultero infame ivi profana
a voi la legge, altrui la fede rompe.
Vengan meco i ministri:
mostrerò lor di prenderli sul fatto
agevolmente il modo. —
Allora (o mente umana,
come nel tuo destino
se’tu stupida e cieca!)
respirarono alquanto
gli afflitti e buoni padri,
parendo lor che fosse