Pagina:Guarini, Battista – Il Pastor fido e il Compendio della poesia tragicomica, 1914 – BEIC 1841856.djvu/14

quell’antica mia terra ond’io derivo.

O cara genitrice! o dal tuo figlio
riconosciuta Arcadia!
Riconosci il tuo caro
e giá non men di te famoso Alfeo.
Queste son le contrade
si chiare un tempo, e queste son le selve
ove ’l prisco valor visse e mono.
In questo angolo sol del ferreo mondo
cred’io che ricovrasse il secol d’oro
quando fuggia le scelerate genti.
Qui non veduta altrove
libertá moderata e senza invidia
fiorir si vide in dolce sicurezza
non custodita e ’n disarmata pace.
Cingea popolo inerme
un muro d’innocenza e di virtute,
assai piú impenetrabile di quello
che d’animati sassi
canoro fabro a la gran Tebe eresse.
E, quando piú di guerre e di tumulti
arse la Grecia e gli altri suoi guerrieri
popoli armò l’Arcadia,
a questa sola fortunata parte,
a questo sacro asilo
strepito mai non giunse né d’amica
né di nemica tromba.
E sperò tanto sol Tebe e Corinto
e Micene e Megara e Patra e Sparta
di trionfar del suo nemico, quanto
l’ebbe cara e guardolla
questa amica del ciel devota gente,
di cui fortunatissimo riparo
fúr esse in terra, ella di lor nel cielo,
pugnando altri con l’armi, ella co’ prieghi.
E, benché qui ciascuno