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SCENA NONA

Satiro.

Costui crede a Corisca? e segue Torme

di lei ne la spelonca d’Ericina?
Stupido è ben chi non intende il resto.
Ma certo e’ ti bisogna aver gran pegno
de la sua fede in man, se tu le credi,
e stretta lei con piú tenaci nodi
che non ebb’io quando nel crin la presi.
Ma nodi piú possenti in lei dei doni
certo avuto non hai. Questa malvagia,
nemica d’onestate, oggi a costui
s’è venduta al suo solito, e qui dentro
si paga il prezzo del mercato infame.
Ma forse costá giú ti mandò il cielo
per tuo castigo e per vendetta mia.
Da le parole di costui si scorge
ch’egli non crede invano, e le vestigia,
che vedute ha di lei, son chiari indizi
ch’ella è giá ne lo speco. Or fa’ un bel colpo:
chiudi il foro dell’antro con quel grave
e soprastante sasso, acciò che quinci
sia lor negata di fuggir l’uscita.
Poi vanne, e ’l sacerdote e’ suoi ministri
per la strada del colle a pochi nota
conduci, e falla prendere, e, secondo
la legge e’ suoi misfatti, alfin morire.
E so ben io che data a Coridone
ha la fé maritale, il qual si tace
perché teme di me, che minacciato
l’ho molte volte. Oggi farò ben io
ch’egli di due vendicherá l’oltraggio.
Non vo’ perder piú tempo. Un sodo tronco