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vendicato la morte.

Non beva questo ferro
del suo signor l’invendicato sangue,
e questa man non sia
ministra di pietate
che non sia prima d’ira.
Ben ti farò sentire,
chiunque se’ che del mio ben gioisci,
nel precipizio mio la tua ruina.
M’appiatterò qui dentro
nel medesmo cespuglio, e, come prima
a la caverna avvicinar vedrollo,
improvviso assalendolo, nel fianco
il ferirò con questo acuto dardo.
Ma non sará viltá ferir altrui
nascosamente? Si. Sfidalo adunque
a singoiar contesa, ove virtute
del tuo giusto dolor possa far fede.
No, che potrebbon di leggieri in questo
loco, a tutti si noto e si frequente,
accorrere i pastori ed impedirci,
e ricercar ancor, che peggio fora,
la cagion che mi move: e s’io la nego,
malvagio, e s’io la fingo, senza fede
ne sarò riputato, e s’io la scopro,
d’eterna infamia rimarrá macchiato
de la mia donna il nome, in cui, ben ch’io
non ami quel che veggio, almen quell’amo
che sempre volli e vorrò fin eh’i’viva
e che sperai e che veder devrei.
Moia dunque l’adultero malvagio,
ch’a lei l’onore, a me la vita invola!
Ma, se l’uccido qui, non sará il sangue
chiaro indizio del fatto? E che tem’io
la pena del morir, se morir bramo?
Ma l’omicidio, alfin fatto palese,