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Mirtillo. Cosi foss’io nud’ombra e poca polve!

Corisca. E ben, come ti senti
da poi che lungamente ragionasti
con l’amata tua donna?
Mirtillo. Come assetato infermo
che bramò lungamente
il vietato licor, se mai vi giunge,
meschin ! beve la morte,
e spegne anzi la vita che la sete;
tal io, gran tempo infermo
e d’amorosa sete arso e consunto,
in duo bramati fonti,
che stillan ghiaccio da l’alpestre vena
d’un indurato core,
ho bevuto il veleno,
e spento il viver mio
piú tosto che ’1 desio.
Corisca. Tanto è possente amore
quanto dai nostri cor forza riceve,
caro Mirtillo; e, come l’orsa suole
con la lingua dar forma
a l’informe suo parto,
che per sé fora inutilmente nato,
cosi l’amante ai semplice desire,
che nel suo nascimento
era infermo ed informe,
dando forma e vigore,
ne fa nascere amore.
Il qual prima, nascendo,
è delicato e tenero bambino,
e, mentre è tale in noi, sempre è soave
ma, se troppo s’avanza
divien aspro e crudele,
ch’alfin, Mirtillo, un invecchiato affetto
si fa pena e difetto.
Che, s’in un sol pensiero