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non ti diss’io ch’amavi? Or ne son certa.

E da me tu ti guardi? a me l’ascondi?
a me che t’amo si? Non t’arrossire,
non t’arrossir, ché questo è mal comune.
Amarilli. Io son vinta, Corisca, e tei confesso.
Corisca. Or che negar noi puoi, tu mel confessi.
Amarilli. E ben m’avveggio, ahi, lassa!
che troppo angusto vaso è debil core
a traboccante amore.
Corisca. O cruda al tuo Mirtillo,
e piú cruda a t.e stessa!
Amarilli. Non è fierezza quella
che nasce da pietate.
Corisca. Aconito e cicuta
nascer da salutifera radice
non si vide giá mai.
Che differenza fai
da crudeltá ch’offende,
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a pietá che non giova?
Amarilli. Oimè, Corisca!
Corisca. Il sospirar, sorella,
è debolezza e vanitá di core,
e proprio è de le femmine da poche.
Amarilli. Non sarei piú crudele,
se ’n lui nudrissi amor senza speranza?
Il fuggirlo è pur segno
ch’i’ ho compassione
del suo male e del mio.
Corisca. Perché senza speranza?
Amarilli. Non sai tu che promessa a Silvio sono?
Non sai tu che la legge
condanna a morte ogni donzella ch’aggia
violata la fede?
Corisca. O semplicetta! ed altro non t’arresta?
Qual è tra noi piú antica,
la legge di Diana o pur d’Amore?